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La protesi all’anca

L’anca è la più grande struttura ossea dello scheletro umano e ha la funzione di congiungere bacino e arti inferiori.

A causa della sua funzionalità è soggetta a continue sollecitazioni e può subire un processo di usura più o meno grave che può essere valutato e diagnosticato  in età spesso avanzata e che può causare la perdita della mobilità.

L’intervento di protesi totale d’anca consiste nella sostituzione completa dell’articolazione, utilizzando protesi in metallo. Solitamente quelle più utilizzate sono fatte di titanio.

Lo snodo della protesi, invece, è costituito è composto da leghe di cromo-cobalto, ceramica, oppure accoppiamenti di questi materiali con il polietilene.
Le protesi sono formate da parti distinte che vengono assemblate al momento per adattarle meglio all’anatomia del paziente.

Si ricorre all’intervento di protesi d’anca quando non sono più possibili gli altri trattamenti di tipo conservativo. La scelta di materiali tecnologicamente più avanzati e di nuove procedure chirurgiche innovativa hanno decisamente migliorato i risultati e la riuscita dell’operazione.

Con l’utilizzo delle tecniche mini-invasive si esegue sempre il posizionamento di una protesi completa di tipo tradizionale, riducendo così al minimo il trauma chirurgico, con una minor durata del ricovero e tempi di recupero sempre più rapidi.

La riabilitazione pre-operatoria rappresenta una fase molto importante per poter riabituare e recuperare più velocemente i movimenti normali.

La riabilitazione di una protesi d’anca inizia nelle ore immediatamente successive l’intervento e dura per i successivi due o tre mesi.

È fondamentale che il paziente sia consapevole del suo contributo nell’esito del trattamento chirurgico. Il paziente si deve muovere precocemente, già dalle prime ore post-chirurgiche. Il movimento supervisionato, controllato e supportato, riduce la percezione del dolore e minimizza possibili conseguenze secondarie all’immobilità. Vengono inseriti esercizi di contrazione muscolare isometrica su diversi piani e per diversi distretti muscolari dell’anca.

Seguire diligentemente le indicazioni nella fase di riabilitazione dopo una protesi d’anca, aiuta ad ottimizzare il risultato e a velocizzare il recupero fisico.

È importante, dunque, evitare alcuni movimenti che possono influire sulla corretta guarigione e, allo stesso tempo, riabituare l’articolazione al passo autonomo.

I programmi di fisioterapia devono essere seguiti con attenzione, associati agli esercizi e ai movimenti permessi e da evitare ogni giorno.

Sarà molto utile inserire nel programma riabilitativo degli esercizi per la caviglia e il ginocchio,
che pur non essendo stati direttamente interessati dall’intervento chirurgico, giocano il loro ruolo
fondamentale nelle funzionalità dell’arto inferiore.

 

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